Arabia da sud a nord

Pubblicato il 5 agosto 2024 alle ore 08:00

Decidiamo di partire per un grande viaggio di 3settimane in Arabia Saudita  in agosto, contro il parere di tutti per via delle temperature nei mesi estivi.  Ma ci siamo detti che in passato abbiamo fatto delle belle attraversate sahariane nei periodi estivi e con una corretta pianificazioni siamo sempre riusciti, certo dobbiamo adattare il percorso e limitare gli attraversamenti dunari a zone facili, ma le prospettive sono buone.

A Riyad la mattina alle 7 ci sono 38gradi, pochissima umidità , bisogna ripararsi dal sole. Dopo i soliti rifornimenti e riempita la cambusa partiamo per l’estremo Sud, la prima parte del viaggio prevede il raggiungimento delle montagne a confine con lo Yemen per poi risalire a nord  ovest verso il mar rosso 

Ci portiamo subito su un altopiano a circa 1000 m slm e la temperatura non si alza più di tanto rispetto la mattina , le piste sono facile sino ad arrivare a un piccolo erg e visto la sabbia non troppo molle decidiamo di attraversalo anche solo per “saggiare” la sabbia. Proseguiamo sino ad un villaggio che sembra disabitato ma appena ci fermiamo per entrare in caffè il paese si anima, sembra che si sia sparsa la voce. 

L’ambiente è selvaggio , molto africano e la temperatura mai esagerata, anche la notte si riesce a dormire tranquillamente . Arriviamo alla guelta di Kolta Aljdaa, la si raggiunge a piedi risalendo un fiume in secca , ottimo bagno rinfrescante. Giunti a Najaran pernottiamo in hotel , la città non offre molto se non qualche palazzo antico ma il venerdi tutto chiuso. Ci consoliamo con la visita del mercato ortofrutticolo yemenita in piazza, e come benvenuto un uomo ci relega dell’acqua e delle bevante locali. 

Il pomeriggio partiamo alla ricerca del wadi Arin, un fiume che scorre tra le montagne caratterizzato da essere abitato dalle scimmie. Arriviamo all’ora di pranzo e subito notiamo le scimmie. Lo sterrato è facile e ben percorribile sino a trovare una diga in costruzione non presente sulle nostre carte sat. Si riesce a passare ma la pista ben tenuta finisce e ci ritroviamo nel mezzo del wadi mal ridotto. Johnny prova a passare e nonostante i grossi massi riesce a proseguire con le marcie ridotte. Ci passiamo il pomeriggio e non andiamo oltre la 3 ridotta, il tratto è lento e temiamo di passare la notte li. Incontriamo anche dei locali che ci festeggiano intonando canti e danze . Ritrovata la pista in uscita si sale sulla montagna per uscire dal wadi. 

Proseguiamo il viaggio verso nord sulla catena montuosa dove le temperature sono addirittura fresche, i paesi incontrati non sono granché cosi arrivati a Sha’ar prendiamo la strada 209 in direzione del mar Rosso. Rimaniamo sulla costa sino a raggiungere Jedda dove ci fermiamo due notti in hotel . 

Jedda è una città interessante, caratteristico il centro storico con le case tipiche le cui coperture delle finestre in legno le rendono uniche. Ci sono molti indiani e bengalesi che ci lavorano, basta affacciarsi in un fornaio per avere in regalo del pane tandori, impossibile pagare i fornai. 

Il viaggio prosegue per un lungo trasferimento lungo la costa via asfalto, si viaggia bene, e nelle pause sosta sul mar rosso. 

Un fatto curioso che lungo il mare gira molta polizia, usano i toyota GRJ71 oppure i 79, in alcune zone c'è un divieto di balneazione per preservare i fondali. Giunti a nord l'idea è andare a vedere un relitto aereo sulla spiaggia con una storia interessante, sono riuscito a trovare il wp quindi puntiamo l'aereo spiaggiato. 

Durante la risalita ci imbattiamo nel cantiere NEOM, la città futuristica che il governo Saudi sta costruendo https://www.neom.com/en-us/about, una sorta di progetto futuristico deturpante , un casino , siamo stati dentro 100km nel cantiere, una fatica per fare qualunque cosa, soprattutto fare campo per dormire. 

Non ci piace l’idea di distruggere un paesaggio incontaminato per far posto a città di lusso, seppur ecosostenibili, ma evidentemente in molti non la pensano come noi e il progresso va avanti. 

Ad un certo punto stanco dell'asfalto punto in fuoristrada verso il mar rosso all'aeroplano ma fatichiamo ad evitare il cantiere, fino a raggiungere il wp 

Questo velivolo è conosciuto come Catalina, è degli anni '30 di fabbricazione USA. Un ricco industriale americano  Thomas Kendall a fine anni 50 decise a fare il giro del mondo con questo idrovolante, cosi lo trasformò in aereo di lusso camperizzato, viaggiava con famiglia e segretaria. Pare che nel marzo 1960 mentre campeggiava sulla spiaggia fu attaccato da beduidi legati all’esercito saudita che lo scambiarono per un aereo spia israeliano cosi aprirono il fuoco demolendo l’aereo , fortunatamente solo feriti ma nessun morto. Quando videro i bambini capirono che non si trattava di israeliani e portarono i sopravvissuti a jedda, aiutati dall'ambasciata americana furono rimpatriati e l'aereo rimase in loco sino ad oggi 

Anche in questa zona il mare è stupendo cosi  la barriera corallina a pochi metri dalla costa.  Passiamo una giornata di mare indisturbati. 

Proseguiamo  verso la Giordania. L'uscita dall'Arabia Saudita è veloce , non altrettanto l'ingresso in Giordania... ci sgamano subito i cb e ci dicono essere vietati, nel 2005 sono andato in Giordania dalla Siria e non ho avuto alcun problema..ma ora le cose sono cambiate. Siamo gli unici turisti europei  e praticamente siamo costretti a svuotare le auto, fare lo scanner ed andare da un fantomatico "capo dogana" per lasciare i CB in custodia ...perdiamo quasi 3 h in dogana per questi CB, alla fine compilano un muschio di carte dicendoci che quando ripassiamo ci ridanno il tutto 

E' un peccato perchè avevo previsto di ritornare in Saudi attraverso altra dogana, invece ci tocca ripassare 

Risolto ogni cosa andiamo  diretti a Petra dove  arrivamo alle 22 al Little Petra beduin camp, un campeggio scoperto nel 2005 all'interno di Little Petra ora decisamente ristrutturato prevede dei bungalow con aria condizionata e ristorante . Veniamo accolti da una Americana, il turismo pare azzerato. Concordato il prezzo per mezza pensione per due notti e ci fermiamo volentieri  L'indomani andiamo a Petra, caro l'ingresso a 65€ per persona...pochissimi turisti. Petra è stupenda ci stiamo dalle 9 di mattina alle 18 la sera, facendo 15km a piedi, impagabile la vista sul monastero dopo gli 800 scalini 

La sera girelliamo nei dintorni e stupito scopro che molti vivono ancora nelle tende , qualche capra, il dromedario o cavallo ma niente casa. Non mi sembrano messi bene in questa zona  rispetto ai saudi. Mi dicono che i turisti sono sempre meno, un turismo organizzato dai pulman che arrivano da Amman e spendono poco.. 

 

La sera al rientro nel camp conosciamo il proprietario, un giovane simpatico giordano ambizioso con velleità imprenditoriali europee visto il calo dei turisti in Giordania. 

Partiamo alla volta del wadi rum seguendo una mia vecchia traccia che entra da nord evitando il centro visitatori temendo ci fossero ora delle restrizioni, all'ora di pranzo veniamo sgamati da un ranger che notato le auto ci segue....chiaramente faccio lo gnorri ma mi scorta al centro visitatori facendoci fare i biglietti , 20€ l'auto 8€ ogni persona....poca cosa, ci dicono se abbiamo bisogno di una guida ma sappiamo dove andare e visto che non è obbligatoria rifiutiamo. Non ci sono restrizioni e si può andare dove si vuole 

Proseguiamo verso sud, il Wadi Rum è molto semplice , fondo sabbioso molle, temperatura 38gradi ma deturpato dai campi tendati deserti e abbandonati, non c'è nessuno, incontriamo qualche ranger a bordo dei pick up,

Proseguiamo in fuoristrada sino a quasi al confine saudita, quindi ritorniamo in dogana a riprenderci i CB e ci dirigiamo  sul mar rosso in spiaggia per fare campo dove ci sono altre famiglie saudi che ci dicono essere permesso campeggiare

Partiamo verso ovest a Tabuk  via asfalto dopo un centinaio di km troviamo la nostra via verso sud , una sorta di deserto del tutto simile al wadi rum. Avevo adocchiato questa zona sulle sat e notai la somiglianza con il wadi rum ma con più dune e montagne più alte , qualche canyon cosi a casa preparai una traccia di massima. 

Temperatura ottima, secco e mai oltre i 37gradi, fondo sabbioso , montagne alte diverse tracce che vanno a sud, la navigazione è facile, qualche vecchia auto americana distrutta qua e la, il paesaggio è stupendo ma migliora ancora quando iniziano dei tratti dunari. Ben presto abbandono le tracce prevista per seguire l'istinto, con le sat è piuttosto facile trovare i passaggi, addentrarci nei canyon 

Ogni tanto incontriamo qualche locale  in solitaria, di solito hanno GRJ71 o FJ cruiser , si ingarellano allora li seguo , certo fatichiamo a stargli dietro con i nostri 78 a pieno carico e pesanti 3000kg  ma notiamo che ci aspettano, ci fanno strada. Non sono invasivi, salutano ma non cercano il contatto, forse perchè non riuscirebbero a comunicare . 

Passiamo due giorni in questo magnifico ambiente dando palate di gas sino a raggiungere  il Wadi Al Disah posto in una catena montuosa all'interno della Riserva Naturale del Principe Mohammed bin Salman. Questo wadi l'ho scoperto casualmente vedendo le foto su Instagram dell'ente del turismo Saudi , facile trovare il wp e notai che si può percorrere tutto. 

Arrivati in loco troviamo delle guide con i toyota 79 adibiti al trasporto di turisti ma nessun turista. Appena ci vedono si rimettono alla guida e ci ronzano intorno ma senza mai importunarci, salutano e se ne vanno. Alcuni punti sono stretti , troviamo qualche guado e passaggi tra la vegetazione, purtroppo alla fine del wadi inizia l'asfalto nuovo. Velocemente percorriamo questa nuova strada tra le montagne per arrivare nei pressi di Alula la regione principale dei Nabatei, 

Riprendo la mia traccia in fuoristrada per recarci in una zona di pinnacoli e archi ma troviamo diversi tratti circondati da recinzioni, fatichiamo un pò per cercare le vie di entrate intanto la temperatura inizia ad alzarsi oltre i 41gradi 

Arriviamo la sera ad Alula in un villaggio camp hotel con piscina dove è anche possibile dormire in auto, un bel sollievo la sera dopo cena fare un bagno in piscina 

L'indomani visita a Hegra una necropoli nabatea, ma scopriamo che non è possibile andarci da soli, serve un biglietto e fare una visita guidata e cosi facciamo, un giro di 3ore 20€ a testa . La città vecchia old Alula è vietata alle auto, è un tutta in ristrutturazione per l’inverno , tempo di alta stagione 

Dopo la visita di Alula e il deserto nei pressi ci portiamo a sud , l'idea è quella di perlustrare una zona di vulcani,   ci sono 2000 vulcani sulla penisola.  La temperatura inizia a salire e già la mattina presto all’alba ci sono 39gradi seppur secco. Durante la giornata nelle ore centrali tocchiamo i 45 gradi ma  opportunamente coperti e idratati proseguiamo il viaggio. 

Piste dure sassose per questi due giorni, spesso lente, piene di sassi, alcuni tratti sono belli franati dalle piogge torrenziali dei mesi scorsi, si procede lenti in 2, 3 ridotta. Attraversiamo distese di sassi neri, di lava solidificata , in alcuni vulcani è possibile entrare nel cratere con i toyota , in altri è possibile solo a piedi. Il primo giorno è piuttosto lento, la pista è molto accidentata , i vulcani sono tutti vicini, alcuni proprio neri altri più chiari, facciamo diverse escursioni in auto qualche cratere  sino a trovarne uno piuttosto aperto e sicuro dove poter fare campo per la notte. Incontriamo anche una miniera nei pressi di un cratere,  miniera di smeraldi. 

L'indomani Raggiungiamo il vulcano più grande:  Al Wabah Crater, dove si scende solo a piedi, ma troviamo un custode che ci avverte di esalazioni di gas nel fondale e che in passato sono morte delle persone durante la notte.  Il fondo è bianco per i cristalli di fosfato di sodio, è immenso con i suoi 2km di diametro e 250 m di altezza è il più grosso del paese. 

Proseguiamo nel nostro percorso nella perlustrazioni di altri crateri minori. 

Alice propone di vedere qualche altra città, cosi decidiamo di visitare almeno una città santa. Sono  due le città sante, Mecca e Medina. Mecca è vietato entrare in città per i non mussulmani, non ci rimane che Medina aperta al turismo e ai non mussulmani dal 2021. Arrivati in serata troviamo un albergo non troppo lontano, solito traffico saudita ma qui guidano meglio. 

L'indomani preferiamo prendere dei taxi per la visita della città; ci sono 7 moschee importanti tra cui la più grossa la moschea del profeta, tutte vietato l’ingresso ai non mussulmani, quindi ci limitiamo solo alla visione esterna 

Giunti nei pressi capiamo che per le donne è meglio coprirsi il capo,   siamo circondati da fedeli mussulmani che ci lanciano occhiate. Un tizio mi si avvicina chiedendomi da dove veniamo, gli dico dall'Italia e mi chiede se sono mussulmano, ma quando gli rispondo di no mi dice perchè sono venuto a Medina e se ne va.... 

Non c'è molto da vedere se non i migliaia di fedeli che si recano in moschea, i suok non è granché , sarà perchè è venerdi mattina. Le costruzioni sono sfarzose e tutti alberghi per pellegrini non c’è nulla di storico, tutto moderno e ruota tutto intorno alla moschea. Persino i poliziotti in moto hanno il tappetino per la preghiera sulla sella. 

In effetti ci sentiamo fuoriluogo ma troviamo un autobus per turisti a due piani che fa fare il giro della città. Decidiamo il giro dopo aver concordato il prezzo , 6€ a testa per 3ore di giro . Siamo gli unici sull'autobus che esegue un percorso stabilito tra le 7 moschee , il giro dura 3h perchè ha difficoltà a procede visto il numero dei pellegrini ovunque a piedi, fermo anche 15minuti prima di poter passare negli incroci. Arrivati in un moschea l'equipaggio va a pregare, lascia l'autobus acceso, ci chiude dentro e se ne va....tornano dopo 30minuti come se nulla fosse. 

Non ce molto da fare a Medina, quindi ritorniamo in albergo pensando dove andare la sera per cena. 

L'indomani ce ne andiamo molto presto per evitare il caldo e il traffico, direzione verso Riyad , siamo alla fine della vacanza. 

Lungo la strada andiamo a visitare un villaggio molto antico dal nome   Ushaiqer herritage Villagr  dove ci arrivano nel pomeriggio, villaggio deserto , tutto chiuso ma appena ci vedono aprono qualche bottega. Il villaggio è  molto bello, fatto tutto di terra e tronchi di palma , ci aprono pure il museo e subito ritroviamo l'ospitalità saudita , ci offrono il caffè saudi, e ci fanno fare il giro del villaggio 

Dietro il villaggio c’è un piccolo erg quindi quale occasione migliore per fare l'ultimo campo tra le dune, cosi mettiamo le gomme a 1bar visto il calore della sabbia e ci addentriamo nell'erg . 

Fa buoi presto e alle 18 sta già tramontando ma con le ultime ore di luce troviamo un ottimo posto tra le dune per passare la notte 

L'indomani sempre piuttosto presto navighiamo tra le sabbie , dune facili anche se sabbia molle e calda, individuo un laghetto tra le dune e lo puntiamo direttamente. Arriviamo al lago che ci sono 45gradi, scopriamo che è recintato ma  un cancello  aperto ci permette di entrare. Troppa vegetazione per poter andare a fare un bagno. 

Il caldo è molto quindi preferiamo uscire dall'erg e ritrovare l'asfalto per dirigerci a Edge Of The World, il confine del mondo visto che non tutti lo abbiamo visto nelle tappe precedenti Si tratta del Jebel Fihrayn, è  un’altissima formazione rocciosa che domina la pianura desertica circostante. Sono già stato in questo luogo in un viaggio in solitaria ad aprile e vi ho trovato un FJ della polizia a sorveglianza per evitare che incauti visitatori cadessero nel dirupo. Ora arrivano  con una pista piuttosto dura non troppo veloce e con una temperatura di 45 gradi e ritroviamo la pattuglia ad aspettarci, si arriva sino ad un certo punto poi si prosegue solo a piedi, Pare che in passato qualcuno sia finito di sotto con l'auto. In serata arriviamo  a Riad al nostro hotel dove parcheggiamo le auto, l'indomani mattina un pò di manutenzione ai mezzi , lavaggio e parcheggiamo i mezzi sino al prossimo giro. Km percorsi 6900 in 3settimane 


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