Questo quarto viaggio lo percorriamo in solitaria con nostra figlia Alice, direzione Oman, vogliamo fare un viaggio rilassato ed abbiamo pochi giorni ma sufficienti per apprezzare l'ospitalità omanita.
Partiamo da Riyad dove abbiamo parcheggiato il toyota a gennaio e dopo aver rifocillato la cambusa, riempito i serbatoi partiamo per l'unico confine aperto tra Arabia Saudita e Oman a sud nel bel mezzo del Rub al Khali.
Uscita da Riyad prendiamo la strada 10, poi pieghiamo a sud e grazie alla strada 95 poco trafficata ci dirigiamo verso la dogana. Pernottiamo tra le grosse dune facendo campo nell’Empty Quarter.
Arrivati in dogana in un attimo usciamo, avevo timore di pagare una tassa perchè altri viaggiatori mi avevo ammonito del fatto che in Saudi un veicolo straniero può rimanere massimo 3mesi, oltre i quali pagherei una multa pari a 5€ al giorno. Questa notizia si è rivelata totalmente infondata, nessuno ci ha chiesto nulla e le auto in saudi soggiornano da ottobre 2023.
Ingresso in Oman altrettanto veloce, c’è il Ramadan e poca gente in giro, facciamo l’assicurazione poco prima della dogana e il funzionario mi ragguaglia sulle regole di ingresso, tutto free visto e permesso auto a patto che stia in Oman non più di 15gg, oltre mi faranno pagare una tassa.
E’ venerdi, complice anche il Ramadan le banche sono chiuse; ci spingiamo sino a Ibri antica oasi menzionata da ser Wilfred Thesiger nella sua attraversata descritta in "Sabbie Arabe" . Troviamo un supermarket aperto con un ufficio per il cambio. Vengo avvicinato da un motociclista incuriosito , è un uomo enorme su un GS1250. Iniziamo cosi delle chiacchiere e scopro essere un viaggiatore, mi racconta che è appena tornato dall’Egitto e Libia, dicendomi che esiste un traghetto che dall’Arabia arriva a Hurgada, grande notizia da tenere in considerazione e mi faccio spiegare i dettagli.
Gli mostro una foto di un omanita che ho conosciuto in Iran con cui sono in contatto e mi stupisce dicendo che è un suo caro amico, il mondo è sempre piccolo per queste cose, lo sentiamo e ci diamo appuntamento qualche giorno dopo a Muscat. Ci offre ospitalità ma preferiamo proseguire il viaggio visto i pochi giorni a disposizione. Salutiamo il nuovo amico e ci dirigiamo verso il forte As Sulaif al di la del fiume e facciamo campo indisturbati .
Il giorno sucessivo arriviamo a Nizwa dove riusciamo a visita un forte, ma lo scopo del viaggio è quello di fare dei giri in fuoristrada nella catena montuosa a nord di Muscat: il Jebal Hatta e il Jabal Akhthar.
Le piste su questi monti sono ben tenute , alcune molto pendenti , servono le ridotte per il nostro toyota a pieno carico, Lungo il percorso si attraversano dei villaggi montani dove gli omaniti in queste zone vivono ancora di agricoltura .
Prima di visitare Muscat ci dirigiamo verso il mare a ovest della capitale dove facciamo campo in spiaggia. Non vogliamo girare in maniera forsennata l’Oman , ci sarà tempo in un prossimo viaggio, quindi in maniera rilassato cerchiamo qualche tratto poco battuto in fuoristrada tra i wadi sino alla Withe Beach una spiaggia bianca finissima . Troviamo anche pescatori locali che ci vendono il pesce.
Ritornati a Muscat incontriamo l’amico conosciuto in Iran per raccogliere informazioni su viaggi futuri in Oman. Passiamo due giorni a Muscat trovando una città ospitale e misura umana, si gira tranquillamente in auto e non c’è mai troppo traffico. Per Betty e Alice è giunto il momento di rientrare a casa, le accompagno in aeroporto e poi ritorno da solo in Arabia Saudita.
Rifaccio la dogana saudita e incontro gli stessi doganieri sempre gentili che non mi fanno alcun problema, dopo la dogana qualche sdunamento nel Rub al Khali è obbligatorio cosi metto le gomme a 1 bar e mi fiondo tra le dune per cercare un luogo magico dove far campo.
In macchina sa soli c’è poco da fare, si guida sempre ascoltando la musica, non mangio mai per evitare colpi di sonno , quindi sono in anticipo sulla tabella di marcia.
Visto che ho tempo mi dirigo verso lo Jabal Fihrayn dove la montagna finisce a picco sulla pianura sottostante regalando una vista esagerata , la falesia è alta 300m e viene chiamato Edge of the World , la fine del mondo.
Arrivo nel tardo pomeriggio con un tempaccio e i militari a sorveglianza della zona mi consigliano di non dormire li, perchè il fango potrebbe essere insidioso, temo che sia una scusa per allontanarmi , avevo letto che qualche anno fa qualcuno è finito giù dalla falesia con un fuoristrada.
Mi allontano di qualche chilometro sino a trovare una zona tranquilla per il campo fuori da wadi per evitare eventuali allagamenti
Mi sveglio alle 4 per assistere all’alba all’ Edge of the World, e trovo gli stessi militari del giorno prima, lascio il toyota dove sono parcheggiati e proseguo a piedi .
Dall'alto della falesia noto degli sterrati proprio sotto, cosi un occhio al GPS e trovo la mia via di ritorno a Riyad percorrendo dei tratti non battuti, incontro solo un cammelliere con decine di animali. Arrivato in città trovo un officina per fare cambio olio e filtri e lavaggio del Toyota.
Aggiungi commento
Commenti
peccato, mi sa che eravamo in Oman nello stesso periodo, tra l'altro anche io da solo (una sola auto noleggiata là) e non ho potuto osare molto nel rub al khali. Un insabbiamento mi è costato 12 chilometri a piedi sulle dune.